28 maggio 2010

ITU, guida alla transizione al digitale nel terzo mondo

Sono quasi quattrocento pagine ma è una lettura molto interessante per capire il digitale terrestre. L'ITU ha appena rilasciato le Guidelines for the Transition from Analogue to Digital Broadcasting una pubblicazione rivolta alle nazioni in via di sviluppo per favorire la transizione dal broadcasting analogico al digitale e insegnare come sfruttarne i vantaggi, anche in termini di nuova disponibilità di frequenze da assegnare a servizi wireless come Internet. La guida indica due percorsi per la televisione terrestre e quella mobile (citando il caso dell'implementazione del DVB-H in Italia, un "successo" alquanto discutibile). La pubblicazione può essere scaricata qui:
http://www.itu.int/publ/D-HDB-GUIDELINES.01-2010/en. La presentazione è avvenuta nell'ambito della World Telecommunication Development Conference (WTDC-10) in corso a Hyderabd, dove ITU ha anche dimostrato le funzionalità di un software chiamato Spectrum Management System for Developing Countries (SMS4DC). Non è dato sapere se tra queste Nazioni c'è anche la nostra, ma se Agcom è interessata all'SMS4DC può trovarlo qui al costo tutto sommato accettabile di 5.000 franchi.

Digital broadcasting to enhance TV and Internet access
ITU Guidelines for digital transition released at World Telecommunication Development Conference

Hyderabad, India, 28 May 2010 - Guidelines to help countries manage their transition from analogue to digital broadcasting were presented yesterday during the ITU World Telecommunication Development Conference (WTDC-10) in Hyderabad, India. Delegates at the Conference also benefited from a hands-on demonstration of ITU’s Spectrum Management System for Developing Countries (SMS4DC).
Releasing the guidelines, the Director of ITU’s Telecommunication Development Bureau, Mr Sami Al Basheer Al Morshid said, “The transition to digital broadcasting is a major challenge facing all countries, but in particular, developing and least developed countries. We hope that our members will take full advantage of this very practical set of guidelines designed to help them through the process.” Mr Al Basheer added, “ITU will also help countries implement the guidelines through country-level assistance and regional initiatives.”
The transition to digital broadcasting has become an important global issue. It will provide a greater number of channels with higher quality within the same available bandwidth along with advanced applications and features, such as interactivity and electronic programme guides. This transition also frees up spectrum — the so-called “digital dividend” — which can be used for enhanced broadcasting applications and wireless mobile broadband, leading to greater convergence of services. This is a key solution to extend Internet access to currently underserved areas.
The guidelines provide information and recommendations on policy, regulation, technologies, network planning, customer awareness and business planning for the smooth transition to Digital Terrestrial Television Broadcasting (DTTB) and the introduction of Mobile Television Broadcasting (MTV). These guidelines are applicable to the GE06 Agreement planning area (corresponding to the geographical region situated to the west of meridian 170° E and north of parallel 40° S, except the territories of Mongolia, and including the Islamic Republic of Iran).
“The Guidelines for the Transition from Analogue to Digital Broadcasting” were developed by the ITU Telecommunication Development Bureau with the support of the Korean Communications Commission (KCC), Republic of Korea.
The demonstration of SMS4DC — Spectrum Management System for Developing Countries — illustrated how countries can manage their spectrum more efficiently and effectively. A low-cost, entry-level system, it nonetheless includes many features and functions, such as an open-source digital global terrain map, to assist countries in determining the technical and regulatory procedures required to manage spectrum allocated to land, mobile, fixed and broadcasting services.
SMS4DC is easily upgradable to accommodate revised ITU procedures and regulations. First launched in 2007, it is now being used by 37 countries.

Rai Replay, la tv dei sette giorni prima. E la radio?


Annunciata da diverso tempo e ritardata, a quanto mi hanno riferito le mie fonti, da qualche intoppo, è partita l'offerta di time machine televisiva di Rai Replay, l'archivio a rotazione degli ultimi sette giorni di programmazione televisiva di Rai Uno, Due e Tre. Tra l'altro la qualità dello streaming è molto migliore delle attuali dirette Silverlight. Già che c'erano non potevano farlo anche per la radio, accidenti?


Hai perso l'ultima puntata di Tutti pazzi per amore 2? Ti hanno visto in un servizio del Tg2 che ti è sfuggito? Vorresti vedere il reportage del corrispondente Rai dagli USA sulla marea nera? O le interviste ai campioni d'Europa dell'Inter? La risposta è sul web, e si chiama Rai Replay.
Non lasciatevi ingannare dall'aspetto sobrio e quasi austero (domina il nero): il portale offre tutta la programmazione degli ultimi 7 giorni, in video streaming on demand di alta qualità, di Rai Uno, Rai Due e Rai Tre (entro le ore 12 del giorno successivo è possibile rivedere quanto trasmesso il giorno prima). Insomma, è un'autentica miniera di centinaia di ore di televisione. Passati 7 giorni, le puntate integrali non saranno più disponibili nella modalità Replay ma i contenuti rimarranno comunque disponibili nella stessa modalità on-demand nelle relative schede programma su Rai.tv.
Trovare quanto si cerca è davvero semplice: scelto il canale (ad es Rai Uno), si seleziona il giorno che interessa (ad es. lunedì 24 maggio) e il programma all'interno del palinsesto di giornata (ad. es Tutti pazzi per amore 2). L'accesso al contenuto in versione integrale (puntata intera) è istantaneo, in qualità “smooth streaming” fino ad 1,6Mbps (più del doppio della attuale qualità di Rai.tv).
Ma non è tutto: il filmato si può interrompere, riavviare e guardare saltando da un punto all'altro proprio come con un videoregistratore ed è possibile anche segnalarlo ad un amico interessato con un semplice click sull'icona della busta o condividerlo su Facebook, aprendo il menu a tendina dell'immancabile 'f'.
Di più: a questo punto potete accedere anche al sito della trasmissione appena vista per godervi contenuti extra (ad es. il blog del dott. Freiss..) o per entrare le forum e dire la vostra sulla lucida follia dei protagonisti. Non vi basta ancora? Scegliete fra le interviste agli attori, da Antonia Liskova a Emilio Solfrizzi...
Insomma, molto, molto di più di un semplice Replay...
(da Rainews)

26 maggio 2010

Crediti d'Autore, a Milano il radiodramma in teatro


Il prossimo lunedì, 31 maggio, a Milano, presso il Teatro Filodrammatici (via Filodrammatici 1, accanto alla Scala), serata speciale dedicata al radiodramma. Un genere "non per vecchi", come recita la locandina, forse un po' irrispettosa per chi è vecchio come me e i radiodrammi li ama. La serata è il frutto dell'inventiva radiofonica di Sergio Ferrentino e di un concorso bandito dall'università IULM, che ha raccolto selezionato e premiato quattro lavori di giovani studenti, e dell'Accademia dei Filodrammatici che ha contribuito a "costruire" una compagnia di attori specializzati in recitazione al microfono. Gli spettatori (occorre prenotare telefonicamente entro giovedì e presentarsi per tempo: l'inizio è alle 21 ma l'ammissione in sala verrà chiusa alle 20.30) potranno “vedere” la costruzione acustica dei radiodrammi in diretta e ascoltarli in cuffia. Le produzioni vengono infatti ritrasmesse attraverso le frequenze di Radio Tre della RAI, Rete Due della Radio della Svizzera Italiano e dalle Web radio universitarie federate in RADUNI.


IL RADIODRAMMA NON E’ RADIO PER VECCHI!

L’Università IULM, in collaborazione con Accademia dei Filodrammatici, nei mesi scorsi ha bandito un concorso per autori di drammaturgia radiofonica aperto a studenti universitari e a laureati da non più di tre anni. Al progetto, ideato da Sergio Ferrentino, autore, conduttore, regista e docente, hanno risposto una trentina di autori. Lo scorso febbraio un’apposita giuria (composta da Alberica Archinto, Linda Brunetta, Elio De Capitani, Davide Ferrario, Sergio Ferrentino, Giovanni Puglisi, Antonio Scurati, Nicoletta Vallorani) ha selezionato le 4 opere vincitrici:

Incorporeo di Federico Sperindei (Univeristà Iulm)
Non vediamoci più di Alessia Rotondo e Marcello Ubertone (Università Iulm)
Il circo delle pulci di Simone Di Donna (Accademia Albertina – Belle Arti - Torino)
Il canto della panchina di Francesca Brancaccio (Università degli Studi di Milano)

Nel mese di maggio, l’Accademia dei Filodrammatici - che ormai da anni, oltre al corso di base per attori, ha avviato una serie di seminari di perfezionamento, e un programma di formazione permanente - ha selezionato 12 attori (su 130 candidati) offrendo loro la possibilità di partecipare a un corso teorico e pratico di uso del microfono che si è concluso con l’allestimento dei 4 radiodrammi vincitori del concorso. Questi radiodrammi verranno trasmessi dal Teatro Filodrammatici di Milano il 31 maggio in diretta su Radio 3, Rete Due della Radiotelevisione svizzera e Raduni (associazione operatori radiofonici universitari). Il progetto, che si rivolge al mondo universitario, nasce per incentivare e sviluppare la drammaturgia radiofonica come tecnica di narrazione e, allo stesso tempo, intende formare attori capaci di approfondire la loro ricerca vocale, sperimentarla attraverso la tecnica e l’uso del microfono e applicarla al mezzo radiofonico.
Il pubblico presente in sala potrà così “vedere” la costruzione acustica dei radiodrammi in diretta e ascoltarli in cuffia. L’iniziativa è stata occasione di incontro tra teatro, radiofonia, scrittura e formazione ed è stata possibile grazie alla collaborazione tra Accademia dei Filodrammatici, Università IULM, Agis Lombardia, Siae, Rai, Settore Prosa della RSI e Raduni (associazione operatori radiofonici universitari).

In diretta su RADIO 3 – in Teatri in diretta a cura di Laura Palmieri e Antonio Audino e condotta da Oreste Bossini e su RETE DUE della RSI (Radiotelevisione svizzera) e da RADUNI (associazione operatori radiofonici universitari).

Svelata l'orbita segreta dello shuttle-spia

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Un velivolo orbitale senza pilota a bordo che parte da Cape Canaveral ma nessuno sa dove sta andando, o a fare che cosa. Ed ecco arrivare, come racconta il New York Times, l'intrepida combriccola di cacciatori di satelliti di SatObs.org e il velivolo pensato come sostituto dello Shuttle ma gestito oggi come un esperimento militare, viene individuato e la sua orbita segreta calcolata.
Il Boeing X-37B, lanciato il 22 aprile con un missile Atlas V per la missione siglata USA-212, è incluso nella lista di satelliti artificiali, alcuni dei quali spionistici, della nuova applicazione iPhone Satellite Flybys, sviluppata per il sito Spaceweather.com. Il costo è di 2 dollari e 39 e il programma molto semplice individua la posizione dell'osservatore e fornisce tutte le indicazioni per l'osservazione visuale, aggiungendo schede e notizie sui vari satelliti selezionati al momento. Anche il sito Heavens-Above propone lo stesso tipo di informazioni, gratuitamente. Inizialmente il capofila del progetto X-37 era la NASA, ma qualche anno fa l'incartamento è stato trasferito al DARPA.
Doveva essere uno Shuttle molto più piccolo e leggero, tanto che nei primi tempi si pensava di trasportarlo in orbita proprio con la navetta. Poi è stato ritenuto più opportuno, malgrado le ridotte dimensioni, agganciarlo a un razzo vettore. Che cosa sta facendo l'X-37B da un mese a questa parte nella sua orbita bassa? L'Aviazione USA ha parlato molto genericamente di verifiche sperimentali per il suo Orbital Test Vehicle-1, ma l'inclinazione orbitale dello shuttle militare lo porta del tutto casualmente alle latitudini dell'Iran, dell'Afghanistan e della Corea. E' possibile ricavare dati utili da un aereo che viaggia a quote tanto elevate? Ci vorrebbero i militari per dirlo.
Intanto l'attivismo degli astronomi dilettanti conferma ancora una volta che i segreti non reggono a lungo di questi tempi. Senza nessuno a bordo le comunicazioni con l'X-37B possono evidentemente fare a meno della voce, ma immagino che ci sia parecchia comunicazione strumentale e telemetria, oltre naturalmente all'imaging. Spero che almeno questo segreto riescano a custodirlo. Sul lato trasmissivo si sa solo della commessa vinta da Quintron per la fornitura dei sistemi di comunicazione a terra per la missione USA-212.
Surveillance Suspected as Spacecraft’s Main Role

A team of amateur sky watchers has pierced the veil of secrecy surrounding the debut flight of the nation’s first robotic spaceplane, finding clues that suggest the military craft is engaged in the development of spy satellites rather than space weapons, which some experts have suspected but the Pentagon strongly denies.

Last month, the unmanned successor to the space shuttle blasted off from Florida on its debut mission but attracted little public notice because no one knew where it was going or what it was doing. The spaceship, known as the X-37B, was shrouded in operational secrecy, even as civilian specialists reported that it might go on mysterious errands for as long as nine months before zooming back to earth and touching down on a California runway.
In interviews and statements, Pentagon leaders strongly denied that the winged plane had anything to do with space weapons, even while conceding that its ultimate goal was to aid terrestrial war fighters with a variety of ancillary missions. The secretive effort seeks “no offensive capabilities,” Gary E. Payton, under secretary of the Air Force for space programs, emphasized on Friday. “The program supports technology risk reduction, experimentation and operational concept development.” The secretive flight, civilian specialists said in recent weeks, probably centers at least partly on testing powerful sensors for a new generation of spy satellites.
Now, the amateur sky watchers have succeeded in tracking the stealthy object for the first time and uncovering clues that could back up the surveillance theory. Ted Molczan, a team member in Toronto, said the military spacecraft was passing over the same region on the ground once every four days, a pattern he called “a common feature of U.S. imaging reconnaissance satellites.” In six sightings, the team has found that the craft orbits as far north as 40 degrees latitude, just below New York City. In theory, on a clear night, an observer in the suburbs might see the X-37B as a bright star moving across the southern sky. “This looks very, very good,” Mr. Molczan said of the identification. “We got it.”
In moving from as far as 40 degrees north latitude to 40 degrees south latitude, the military spacecraft passes over many global trouble spots, including Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan and North Korea. Mr. Molczan said team members in Canada and South Africa made independent observations of the X-37B on Thursday and, as it turned out, caught an earlier glimpse of the orbiting spaceship late last month from the United States. Weeks of sky surveys paid off when the team members Kevin Fetter and Greg Roberts managed to observe the craft from Brockville, Ontario, and Cape Town. Mr. Molczan said the X-37B was orbiting about 255 miles up — standard for a space shuttle — and circling the planet once every 90 minutes or so.
A fair amount is known publicly about the features of the X-37B because it began life 11 years ago as a project of the National Aeronautics and Space Administration, which operates the nation’s space shuttles. The Air Force took over the program in 2006, during the Bush administration, and hung a cloak of secrecy over its budget and missions.
The X-37B has a wingspan of just over 14 feet and is 29 feet long. It looks something like a space shuttle, although about a quarter of the length. The craft’s payload bay is the size of a pickup truck bed, suggesting that it can not only expose experiments to the void of outer space but also deploy and retrieve small satellites. The X-37B can stay aloft for as long as nine months because it deploys solar panels for power, unlike the space shuttle.
Brian Weedon, a former Air Force officer now with the Secure World Foundation, a private group based in Superior, Colo., said the duration of the X-37B’s initial flight would probably depend on “how well it performs in orbit.” The Air Force Rapid Capabilities Office leads the X-37B program for what it calls the “development and fielding of select Defense Department combat support and weapons systems.” Mr. Payton, a former astronaut and senior NASA official, has acknowledged that the spacecraft is ultimately meant to give the United States new advantages on terrestrial battlefields, but denies that it represents any kind of space weaponization.
On April 20, two days before the mission’s start, he told reporters that the spacecraft, if successful, would “push us in the vector of being able to react to war-fighter needs more quickly.” And, while offering no specifics, he added that its response to an “urgent war-fighter need” might even pre-empt the launching of other missions on expendable rockets. But he emphasized the spacecraft’s advantages as an orbiting laboratory, saying it could expose new technology to space for a long time and then “bring it back” for inspection.
Mission control for the X-37B, Mr. Payton said, is located at the Air Force Space Command’s Third Space Experimentation Squadron, based at Schriever Air Force Base in Colorado Springs. He added that the Air Force was building another of the winged spaceships and hopes to launch it next year. The current mission began on April 22, when an Atlas 5 rocket at the Cape Canaveral Air Force Station in Florida fired the 5.5-ton spacecraft into orbit.
Jonathan McDowell, a Harvard astronomer who tracks rocket launchings and space activity, said the secrecy surrounding the X-37B even extended to the whereabouts of the rocket’s upper stage, which was sent into an unknown orbit around the sun. In one of his regular Internet postings, he said that appeared to be the first time the United States had put a space vehicle into a solar orbit that is “officially secret.”
David C. Wright, a senior scientist at the Union of Concerned Scientists, a private group in Cambridge, Mass., said many aerospace experts questioned whether the mission benefits of the X-37B outweighed its costs and argued that expendable rockets could achieve similar results. “Sure it’s nice to have,” he said. “But is it really worth the expense?” Mr. Weedon of the Secure World Foundation argued that the X-37B could prove valuable for quick reconnaissance missions. He said ground crews might rapidly reconfigure its payload — either optical or radar — and have it shot into space on short notice for battlefield surveillance, letting the sensors zoom in on specific conflicts beyond the reach of the nation’s fleet of regular spy satellites.
But he questioned the current mission’s secrecy. “I don’t think this has anything to do with weapons,” Mr. Weedon said. “But because of the classification, and the refusal to talk, the door opens to all that. So, from a U.S. perspective, that’s counterproductive.” He also questioned whether the Pentagon’s secrecy about the spacecraft’s orbit had any practical consequences other than keeping the public in the dark. “If a bunch of amateurs can find it,” Mr. Weedon said, “so can our adversaries.”

Grimaldelli per codici, basati su FPGA

La rivista Forbes ha pubblicato un lungo articolo su Pico Computing, una startup che realizza sistemi di supercalcolo basati sulla programmazione di FPGA rivolti a due specifici ambiti applicativi: la criptanalisi e la bioinformatica. Forbes riesce a spiegare molto bene perché un approccio del genere funziona meglio di una risorsa computazionali ad alto rendimento ma basato su processori general purpose. Niente come le FPGA permette di ottimizzare l'implementazione di sofisticati algoritmi di trattamento numerico, come sanno bene gli utilizzatori di software defined radio come Perseus. Una potenza molto mirata ma contenuta in pochi centimetri quadrati di chip, con un forte impatto anche sui consumi elettrici, fortemente ridotti (un plus che non guasta affatto di questi tempi). Pico Computing ripercorre le tracce di Alan Turing con le sue "bombe" di Bletchley Park, offrendo ai servizi informativi civili e militari potentissimi "apriscatole" capaci di analizzare le comunicazioni segrete.

A Compact Code-Breaking Powerhouse

Andy Greenberg, 05.24.10

When Robert Trout wants to illustrate cryptography's particular need for speed, he tells the story of the Enigma encryption engine.
In 1942 mathematician Alan Turing and his colleagues at Bletchley Park, England's code-breaking headquarters, had reverse-engineered the Enigma, a German encoding device, and the Allies started reading Axis battle plans. Suspecting trouble, the Nazis responded by upgrading from a three-gear machine to a four-gear version. Breaking their codes suddenly took 26 times as long--days instead of hours--and the Allies' destroyers could no longer intercept the U-boats torpedoing cargo ships in the Atlantic. Hundreds of vessels were sunk. London starved for months until the codes were finally untangled again--with the help of some of the world's first electronic computers.
The lesson of that war story: Sometimes every second of an arithmetic operation counts. "Cracking ciphers is the kind of interesting task that pushed human ingenuity to invent computers," says Trout, 65. "We believe it's the kind of problem that can push us to develop computing's next step, too."
Pico Computing, the Seattle firm that Trout founded in 2004, sells a desktop-size supercomputer aimed at the modern-day equivalent of Bletchley Park's cipher-geeks: military and government agencies that need to turn scrambled messages into actionable intelligence, along with anyone else performing similar time-sensitive, mathematically monstrous tasks. The 15-person company's secret weapon is a decades-old form of chip that, revamped by Pico and tamed by the right programmers, can be far more efficient and powerful than the fastest processors in HP's and IBM's supercomputers.
Field programmable gate arrays, or FPGAs, are the silicon equivalent of newborn babes--tough to communicate with, but infinitely malleable. Unlike the modern microprocessor, they can't be programmed with easily managed but inefficient languages like C or Java, command sets that are designed to do everything from manipulating Excel spreadsheets to running websites. Instead, they have to be controlled at the most rudimentary level, the electric gates that carry an "on" or "off" signal.
That makes programming them vastly more difficult but also means that they can be designed to do exactly one thing well, instead of doing many things passably. Set FPGAs to perform a specific computing task--particularly one that involves making many computations simultaneously--and they're often a hundred or even a thousand times as fast as the chips built by Intel or AMD, processors that are generically designed to handle any application. "We've stripped out all the fancy stuff that's been added to processors over the last 30 years," says Trout. "We got rid of the stereo system and the seats and turned the family sedan into a race car."
Few have demonstrated the power of that streamlined silicon better than Pico cofounder and resident boy wonder, David Hulton. The 27-year-old began thinking about applying custom chips to cryptography at age 13, when he says he saw that "you could make the algorithms run just as fast as electricity moves through a circuit." At 16 Hulton had tested out of high school and by 18 was running his own cybersecurity consultancy, breaking into clients' networks to show them their security flaws. He realized that cryptography, which requires code breakers to try trillions of different numerical keys before finding one that unlocks a message, would be a perfect application of FPGAs' ability to handle thousands of operations at once.
Hulton joined Trout's previous company, a consultancy called Anzus, in 2004, just before it spun off Pico. The soft-spoken hacker put the small FPGA firm in the spotlight at the ShmooCon security symposium in 2008 when he and fellow researcher Steve Muller revealed a tool for breaking the encryption that protects gsm cell phone signals, including those used by AT&T and T-Mobile. The two showed how $1,500 worth of FPGAs, storage hardware and an antenna could unscramble the calls in an hour, down from days with previous methods.
Not every customer has the know-how or the motivation to coax FPGAs into those cryptographical feats. But the three-letter agencies that buy Pico's code-breaking systems have both, and Pico offers them versions aimed at breaking everything from the Wireless Protected Access protocol used in Wi-Fi signals to the Filevault encryption found on Mac computers. "When you're looking at a message that one al Qaeda operative sent to another, solving the problem in a short amount of time matters," says Trout, who declines to name government clients.
Pico is hardly alone in the FPGA world: companies like SRC, DRC, Nallatech and even supercomputing stalwart Cray sell versions of the devices. But Pico is more focused on crypto applications than most, and it also allows customers to pack together lots of cheap chips rather than a single expensive one. It builds its small, scalable supercomputers with FPGAs sourced from chipmaker Xilinx, mounting them on a board that allows them to work efficiently in parallel. The hardware and software behind that integration are the firm's intellectual property. Its machines cost anywhere from $400 to hundreds of thousands of dollars. Revenues last year were $2.5 million, with $200,000 in profit. Trout says he's negotiating one government contract that by itself would double sales in 2010.
How does Pico prevent its code-breaking creations from falling into the wrong hands? Trout says the company screens its customers and adheres to export restrictions that prevent it from selling products to countries such as North Korea, Syria and Iran. Keeping them away from criminals is tougher. "If some Jack Smith off the street wanted to place an order, it would definitely raise a red flag," he says. "But the truth is that the folks who want this stuff would be ingenious in figuring out how to get it."
A more pressing problem for Pico's growth: whether it can convince anyone other than a handful of well-resourced agencies to shell out for a technology that's far less manageable than the Intel or AMD alternative. While FPGAs are cheaper for their speed than other chips, Trout admits that the cost of hiring developers who can speak their complex language means they wind up costing more.
In a sense Trout is fighting Moore's Law. That maxim, which has held true for the last 40 years, says that chipmaking advances will give processors double the transistors, and thus double the speed, every 18 months. If conventional chips become fast enough, the attraction of using them instead of arcane FPGAs only grows.
There's a technological twist, though. "Moore's Law isn't working anymore," says Alan George, an FPGA-focused professor of computer engineering at the University of Florida. The lithography process that uses light to paint transistors onto silicon is reaching its fundamental size limit. Packing transistors onto chips means they use more power than ever before. Software that speeds up applications by creating shortcuts around their inefficiencies is running out of tricks. "We lived off this gold mine for years," says George. "Now all the gold is gone."
If traditional chip upgrades become scarcer, speed limitations could put FPGAs back in the spotlight. In the meantime Trout wants to expand his firm's supercomputing applications beyond cryptography. Future Pico products will tackle problems such as gene sequencing and financial market analysis. "This is much, much more ambitious than just cracking codes," he says.
Even so, Trout admits that FPGAs may never find mainstream acceptance. "The conventional processor guys may beat us. We're more efficient, but they got there first," he says. As traditional chipmakers run out of tricks for juicing processor speeds, however, Trout may have one advantage that his crypto heroes at Bletchley Park didn't: Time is on his side.


Time and energy to compare about 160 million human and mouse DNA base pairs:

1 typical x86 processor 12.5 years1 (11,000 kilowatt-hours1)
150 typical x86 processors 6 weeks (15,000 kilowatt-hours)
150 FPGAs 1 day (450 kilowatt-hours)

25 maggio 2010

Atlantide a Rai International

Oggi Marco Bulloni, scopritore della vera Atlantide, è stato intervistato da Taccuino Italiano, uno dei programmi di punta di Radio Rai International. Peccato che la programmazione radiofonica di Rai International sia virtualmente clandestina. Mariù mi ha cortesemente registrato l'intera trasmissione, che metto volentieri qui per il vostro accrescimento culturale. Atlantide non ha nulla a che fare con le Colonne d'Ercole, ma con un remoto e freddo arcipelago russo, luogo di gulag, conventi e sottomarini atomici. Detta così sembra che Marco non sia del tutto normale, ma la sua teoria di astro-archeologia comparata è sorprendentemente coerente. Leggere e ascoltare per credere.

Dinamica solare in HD: piccole variazioni, grandi effetti

Continuano ad arrivare copiosi i risultati delle osservazioni del Solar Dynamics Observatory. Questa volta il protagonista è l'Atmospheric Imaging Assembly, uno dei tre strumenti a bordo del satellite SDO. Consente una visuale ad alta risoluzione e su un amplissima gamma di temperature della corona solare.
Dalle prime immagini gli scienziati riescono a capire meglio perché una variazione su minuscola scala sul Sole finisca per avere enormi ripercussioni anche sul nostro pianeta, dove le perturbazioni solari si fanno sentire sui cavi dell'alta tensione e sui sistemi di comunicazione satellitare. A corredo dell'articolo che segue, trovate una quantita di immagini, filmati e presentazioni a questo indirizzo.
La presentazione sull'AIA la potete trovare qui, in Pdf, mentre qui trovate un incredibile database di eventi solari, l'interfaccia di ricerca SolSearch che estrae i dati dalla Heliophysics Events Knowledgebase (HEK), uno dei servizi del Solar and Astrophysics Laboratory della Lockheed Martin.


Spacecraft Reveals Small Solar Events Have Large Scale Effects

05.25.10


NASA's Solar Dynamics Observatory, or SDO, has allowed scientists for the first time to comprehensively view the dynamic nature of storms on the sun. Solar storms have been recognized as a cause of technological problems on Earth since the invention of the telegraph in the 19th century.
The Atmospheric Imaging Assembly (AIA), one of three instruments aboard SDO, allowed scientists to discover that even minor solar events are never truly small scale. Shortly after AIA opened its doors on March 30, scientists observed a large eruptive prominence on the sun's edge, followed by a filament eruption a third of the way across the star's disk from the eruption.
"Even small events restructure large regions of the solar surface," said Alan Title, AIA principal investigator at Lockheed Martin Advanced Technology Center in Palo Alto, Calif. "It's been possible to recognize the size of these regions because of the combination of spatial, temporal and area coverage provided by AIA."
The AIA instrument also has observed a number of very small flares that have generated magnetic instabilities and waves with clearly-observed effects over a substantial fraction of the solar surface. The instrument is capturing full-disk images in eight different temperature bands that span 10,000 to 36-million degrees Fahrenheit. This allows scientists to observe entire events that are very difficult to discern by looking in a single temperature band, at a slower rate, or over a more limited field of view.
The data from SDO is providing a torrent of new information and spectacular images to be studied and interpreted. Using AIA's high-resolution and nearly continuous full-disk images of the sun, scientists have a better understanding of how even small events on our nearest star can significantly impact technological infrastructure on Earth.
Solar storms produce disturbances in electromagnetic fields that can induce large currents in wires, disrupting power lines and causing widespread blackouts. The storms can interfere with global positioning systems, cable television, and communications between ground controllers and satellites and airplane pilots flying near Earth's poles. Radio noise from solar storms also can disrupt cell phone service.
Launched in Feb. 2010, the spacecraft's commissioning May 14 confirmed all three of its instruments successfully passed an on-orbit checkout, were calibrated and are collecting science data.
"We're already at five million images and counting," said Dean Pesnell, the SDO project scientist at NASA's Goddard Space Flight Center in Greenbelt, Md. "With data and images pouring in from SDO, solar scientists are poised to make discoveries that will rewrite the books on how changes in solar activity have a direct effect on Earth. The observatory is working great, and it's just going to get better."
Goddard built, operates and manages the SDO spacecraft for NASA's Science Mission Directorate in Washington. SDO is the first mission of NASA's Living with a Star Program. The program's goal is to develop the scientific understanding necessary to address those aspects of the sun-Earth system that directly affect our lives and society.

L'EBU discute di reti e produzione broadcast


Ecco il programma del seminario organizzato dall'EBU di Ginevra per il 22 e 23 giugno, per discutere del ruolo delle infrastrutture e delle applicazioni di rete nell'ambito della produzione radiotelevisiva. Per ulteriori dettagli.

22 JUNE: Networks in Action

Welcome, Introduction, objectives of the seminar
Hans Hoffmann, EBU TECHNICAL, EBU

New strategies for the Expert Community on Networks and Infrastructures
Lars Jonsson, SR, Sweden and Markus Berg, IRT, Germany Use Case Reports

USING IP FOR MAJOR SPORTS EVENTS Moderated by Markus Berg, IRT, Germany

Winter Olympics via IP: Efficient commentary insertion for outside broadcasts
Julian Cable, BBC, UK

Contribution links: Eurovision file transfer project
Didier Debellemanière, EBU Eurovision, Switzerland

NEW CONTRIBUTION NETWORKS Moderated by Lars Jonsson, SR, Sweden

The new wavelength MUX contribution network of SRG
Ernst Camenzind, SRG-SSR idée Suisse, Switzerland

The new ARD Hybnet: Requirement and Solution
Jochen Geiss, Vodafone, Germany

IP & Newsgathering Vehicles
Geoff Woolf, BBC, UK

Metadata and Ancillary Services Moderated by Chris Chambers BBC

Metadata for news - NewsML-G2 for Eurovision News Exchange
Benoît Sergent, EBU, Switzerland

Transport of metadata for multichannel audio
Gunnar Johansson, SVT, Sweden

Transporting ancillary data in HDTV – how to use network for distributing ancillary data
David Salama, Atos Origin, UK

Standards Development and Update Moderated by Vincenzo Sardella, RAI, Italy

Video over IP (HBRAV) – results and experiences
John Dale III, Media Links, USA

Interoperability guidelines for high bit rate AV streaming
Pierre Costa, ATT Laboratories, USA

Video Contribution over IP - Status of the work of EBU ECN-VCIP
Markus Berg, IRT, Germany

23 JUNE: Networks for the Future

Network-Based Production Architectures Moderated by Anders Nyberg, SVT, Sweden

Storage in a networked production environment
Per Björkman, SVT, Sweden

“where are my files” update
Luc Andries, VRT, Belgium

End-to-end media flow monitoring (IPM)
Yuang-Xing Zheng, BBC, UK

Integrating production systems in a networked environment
Steve Sharman, Mediasmith, UK

IP Security and link protection Moderated by Mathias Coinchon, EBU, Switzerland

BBC experience: softening of corporate boundaries and the impact on Information Security models Andy Leigh, BBC, UK

High Speed Ethernet Link Protection for Contribution Video
Michael Bany, DVBLink, USA

Next Generation Networks and Storage Moderated by Yuan-Xing Zheng, BBC, UK

3D contribution link for the World Soccer championships 2010 Contribution Networks WC 2010
Eckard Grütters, Media Links, USA

Network architecture: time synchronization within the IEEE 802 AVB infrastructure
Michael Johas Teener, Broadcom, USA

Cloud Computing
Martin Buhr, Amazon Web Services, Luxemburg

Storage Challenges from Ingest to Archives
Nick Pearce , Object Matrix, UK

Conclusions by Lars Jonsson

Audiradio 2010, todos caballeros

Erano già in ritardo all'inizio di questo mese. Poi era stato annunciato che sarebbero usciti il 20 maggio. Alla fine i dati Audiradio per il primo trimestre del 2010 - dati, lo ricordiamo, raccolti con un metodo di campionamento molto diverso e non più su base bimestrale - sono stati resi disponibili solo oggi. Personalmente li attendevo con molta curiosità per cercare di capire come il pubblico avesse accolto i cambiamenti di direzione della radiofonia e la vera rivoluzione del palinsesto che ha caratterizzato una emittente come Radio Due. Bisogna subito sottolineare che a causa dei cambiamenti apportati nei metodi di rilevamento, Audiradio avverte che i dati appena resi noti non sono confrontabili con quelli relativi ai bimestri precedenti. Ma non si può fare a meno di osservare il forte balzo in avanti di Radio Due e Radio Tre, che crescono sul trimestre (non più bimestre) di 1,5 e 1 milione di ascoltatori rispettivamente. Va anche precisato che ci sono stati significativi cambiamenti anche sul dato dell'universo campionato. La popolazione italiana passa da 53,5 a 53,8 milioni, quella degli ascoltatori complessivi da 39,3 a 41,8, ben due milioni e mezzo in più. Sembra però che a beneficiarne siano soprattutto i canali di Radio RAI, con Radio Uno a 7,6 milioni e Radio Due a quasi 5,3. Radio Tre sfiora i tre milioni di audience nel giorno medio. A dispetto della crescita, Radio Due è solo il quarto network italiano, alle spalle di Radio Uno, Deejay primo dei privati (6,3 milioni) e RTL 120.5 (5,5 milioni).
Le nuove reti RAI hanno vinto, allora? Difficile sostenere che abbiano perso, anche se la pioggia rappresentata dal dividendo di ascoltatori in più è caduta proprio su tutti: non c'è nessuno tra i network nazionali, che abbia subito contrazioni rispetto agli ultimi dati disponibili. A questo punto non resta che attendere i dati sul secondo trimestre. Ma resto ogni giorno più perplesso sulla reale efficacia di questi sondaggi.

Audiradio 2010, ecco finalmente i dati "fantasma"

Sono finalmente usciti i dati Audiradio, ecco il link a Prima Comunicazione:


Lasciatemi dare un'occhiata per i primi commenti.

Tra radio e altoparlanti, riparte la propaganda in Corea

Quando la cronaca si occupa del confronto tra le due Coree orologi e calendari sembrano fermarsi di colpo, tornano indietro, ci riportano a un'epoca che fatica ormai a entrare persino nei libri di storia. Tutto si fa angusto, irreale, come nella descrizione di una malattia mentale. Una nazione presa continuamente a esempio per la ricchezza e lo stato di avanzamento delle sue tecnologie, abbandona i cellulari di quarta generazione, i satelliti delle televisione mobile, persino le onde corte (inutili per arrivare a un'altra, vicinissima nazione dove le radio a onde corte sono illegali o sono bloccate sulle frequenze di stato e comunque è meglio non accenderle se non vuoi essere denunciato dal vicino di casa) e torna a installare sulla linea di confine con quella nazione una rete di potenti altoparlanti per far arrivare, almeno nella zona di confine, il suo messaggio.
Dopo l'affondamento di una sua nave militare da parte di un sottomarino "nemico" (la guerra non è mai formalmente finita), la Corea del Sud riaccende una macchina propagandistica antiquata fino all'ingenuità, spenta sei anni prima (qui un articolo scovato dal Giampaolo Galassi nell'archivio storico del Corriere, una cronaca del penultimo mondiale di calcio in Corea) Gli altoparlanti della modernità ultracapitalista (e un po' schiavista) sudcoreana torneranno a bombardare il medioevo veterocomunista (e un po' tanto schiavista) della Corea del Nord con la loro "verità", una delle vittime più importanti in questi lunghi anni di guerra fredda nella penisola asiatica. Sono anche stati riattivati alcuni servizi propagandistici in FM, mentre continuano, in ogni caso, le trasmissioni di altre stazioni in onde corte. Ho trovato su Vimeo il video della conferenza organizzata dal National Endowment for Democracy, una delle tante organizzazioni che negli Stati Uniti si occupano dello strano business dell' esportazione di democrazia. La conferenza si è tenuta nel febbraio scorso (l'audio non è granché ma la presentazione è interessante).


The Voice of Freedom: Improving Radio Programs for the Citizens of North Korea from National Endowment for Democracy on Vimeo.

Oltre agli altoparlanti verrranno installati enormi pannelli elettronici per la diffusione di messaggi testuali e i palloni aeorostatici faranno piovere dal cielo dei volantini. La Corea del Nord ha già fatto sapere che altoparlanti e tutto il resto verranno presi a cannonate.

May 25, 2010
S.Korea installs speakers

SEOUL - SOUTH Korea on Tuesday started installing loudspeakers along its tense border with North Korea in preparation for broadcasts, ignoring threats by the communist state's army to fire at them.
After a six-year halt, the Seoul government has resumed a Cold War-style propaganda campaign as part of a package of reprisals for the North's sinking of a South Korean warship.
The campaign began on Monday evening, hours after President Lee Myung Bak cut trade links with the North and announced he would refer it to the United Nations Security Council for punishment. The defence ministry said it resumed broadcasts on FM radio at 6pm on Monday, starting with a four-hour programme entitled 'Voice of Freedom'. It was being aired three times a day, a spokesman told AFP.
It included Mr Lee's speech, messages on freedom and democracy from a military anchorman, a song from a South Korean girl band extolling freedom of choice, and pointed comments on how obesity rather than hunger is a problem in the South. The North suffers persistent severe food shortages. The UN Children's Fund estimates one in three of its children suffer from malnutrition.
The ministry said the programme would later be beamed through high-performance loudspeaker batteries to be set up along the southern edge of the Demilitarised Zone (DMZ) which bisects the peninsula. 'Initially we are installing loudspeakers at 14 places along the DMZ. The installation requires several months of work,' the spokesman said.
The ministry will also install 11 giant electronic signboards along the border and later send leaflets into the North by balloon. These would detail the results of a probe into the warship sinking, among other topics. A multinational investigation concluded last week that a North Korean submarine sank the Cheonan in March 26 with the loss of 46 lives.

***

North Korea to fire at South's border loudspeakers
Last Updated : 2010-05-24

Agence France Presse

SEOUL: North Korea’s military threatened today to open fire on any South Korean loudspeakers which start broadcasting cross-border propaganda as tensions flared over the sinking of a South Korean warship.
Seoul earlier in the day announced a package of reprisals after an official investigation concluded last week that the North had sunk the ship with a torpedo on March 26.
Defence Minister Kim Tae-Young said the broadcasts, suspended since 2004, would be resumed across the tense land border. The North has denied involvement in the sinking which cost 46 lives and threatened “all-out war” in response to any punitive measures.
Its military said in a statement a propaganda slogan had already appeared on the other side of the border, and the South’s military was moving to set up the loudspeakers.
“This is an open breach of the inter-Korean military agreement, a grave military provocation...and a serious incident driving inter-Korean relations to the worst phase,” the military said in a statement on the official news agency. Seoul’s defence ministry could not confirm whether slogans were being displayed, but said the military has resumed propaganda broadcasts on FM radio.
Rodong Sinmun newspaper accused the South’s government of making fictitious allegations of a torpedo attack to distract attention from its domestic unpopularity.

HPSDR, implementazione software per Mac OS X


Intervenendo a Dayton per l'annuale conventione del TAPR, associazione radioamatoriale americana che sostiene da sempre la sperimentazione in campo SDR, Jeremy McDermond ha illustrato la sua applicazione Mac OS X per la gestione e la demodulazione numerica del progetto HPSDR. Il pdf della presentazione può essere scaricata qui e rappresenta un documento molto interessante sullo stato dell'arte dello sviluppo SDR per Macintosh.
Molte (vedi figura) le tecnologie Apple utilizzate da Jeremy, radioamatore con call NH6Z e programmatore Mac da una vita. Tradizionalmente lo sviluppo di software SDR avviene su piattaforma Windows, ma un gruppo di valenti programmatori Linux e Mac OS X cerca di colmare un divario che ha poco senso sul piano tecnologico. Qui per esempio c'è un po' di documentazione su vDsp e OpenCl due dei tanti linguaggi e framework utilizzati da Jeremy.


Per prelevare una copia del binario già compilato di MacHPSDR nella versione McDermond si può utilizzare questo indirizzo.

24 maggio 2010

BBC World Service, più online meno onde corte

Il nuovo direttore del BBC World Service in una intervista pubblicata oggi dal Financial Times afferma di aver ricevuto il mandato per un ulteriore rafforzamento delle piattaforme distributive online dei contenuti del World Service, a scapito naturalmente delle onde corte. Queste ultime, dice Petter Horrocks si ascoltano sempre meno e costano molto. Troppo per i 315 milioni di euro che il Foreign Office versa nelle casse della Beeb ogni anno. A fronte di 241 milioni di fruitori di contenuti radio, tv e Web, quest'anno l'ascolto delle onde corte ha perso un altro 9 per cento, pssando da 177 a 161 milioni di persone. Chissà, forse anche per colpa dei tagli già subiti dalle trasmissioni? Fatto sta che mentre Horrocks assicura che target come la Somalia o la Birmania non saranno privati delle onde corte neppure nei prossimi anni, tutto il resto chiuderà i battenti entro cinque.
La questione non è certo nuova, è ovvio che dove si può fare in modo che i programmi siano ripetuti su scala locale in FM, le onde corte appaiano antiquate e poco appetibili. All'ovvietà di questa situazione si può sempre rispondere che le onde corte costano pochissimo a chi le riceve (in Somalia come in Svizzera) e che a Internet, FM locale e satelliti è in genere molto più facile mettere un bavaglio politico. Di mio aggiungo che affittare feed satellitari e banda sulle reti Ip non è mai stato gratis: mi piacerebbe conoscere i costi reali di un impianto a onde corte, magari alimentato a energia eolica, confrontati con le tanto "vantaggiose" alternative online. Ma mi rendo conto che i miei sono discorsi oziosi. E' la BBC che produce i programmi, non gli ascoltatori. E la sua offerta dev'essere composita, non si può più fare a meno del Web come piattaforma distributiva: è inevitabile che in un bilancio composito certe opzioni rimpiazzino le altre sulla base del rispettivo "successo".

BBC World Service urged to boost online output
By Ben Fenton
May 24 2010

(…)
While the overall number of people listening to, watching or reading BBC broadcasts online had gone up slightly from 238m to 241m in 2009-10, the World Service radio shortwave audience had fallen 9 per cent from 177m to 161m. Senior managers at Bush House told the FT that spending cuts announced by the coalition government on Monday translated into a 3 per cent cut in the budget of the Foreign Office, which currently funds the World Service to the tune of £272m ($395m, €315m).
(…)
Mr Horrocks said a lot of the fall in shortwave audiences (43 per cent in both Hindi – 20.2m to 11.5m – and Bengali – 15.2m to 8.7m) was accounted for by the BBC entering partnership agreements, where it broadcasts its own programmes in those languages over local FM and AM networks. “Where people have access to our programmes on FM, they shift to that platform and they no longer use shortwave,” Mr Horrocks said. “There is a powerful symbolism about universal availability, but if people haven’t got the [shortwave] sets and they aren’t listening, keeping it going for its own sake, for metaphysical reasons, doesn’t make a lot of sense.”
In his first interview since taking over as the BBC’s global news director, Mr Horrocks said that countries such as Burma and Somalia, where there was no prospect of a substitute for shortwave, would remain covered “for the foreseeable future”. But in the next five years, other shortwave services were likely to be phased out, he said, although no final decisions on which have been made because future funding is unclear.
(…)

Due studi sul consumo di radio online

La National Broadcasters Association americana analizza due recenti studi sul consumo online di programmi radiofonici, le ricerche presentatate da Arbitron/Edison Reesearch (Digital Platform and the Future of radio, di cui ho già parlato) e Radio Futures 2010 di Vision Critical, una società newyorkese. Il primo conferma l'enorme popolarità dei mezzi online, rivelando tra l'altro che il mezzo con il maggiore impatto sulla vita degli americani è ormai il telefonino, seguito dal televisore, da Internet e solo al quarto posto dalla radio.
Sarebbero ormai 43 milioni gli americani che hanno una frequentazione della radio su Internet su base quotidiana nell'arco della settimana.
Vision Critical cerca di andare più a fondo in questa nuova abitudine e scopre che mentre in Canada e Regno Unito si va su Internet per ascoltare la radio convenzionale, gli americani tendono a privilegiare molto l'offerta "solo Web" di Pandora e compagni. I due studi possono essere prelevati online ai seguenti indirizzi: Arbitron/Edison Study e Vision Critical.

Surveys Track Online, Broadcast Media Usage

Many (if not most) radio broadcast engineers are responsible not only for keeping a station’s signal on-the-air, but online as well. According to two recent surveys (discussed below) of online and broadcast media usage, online streaming services are becoming more popular with listeners, and consequently they are likely to continue to play an ever-increasing role in broadcast engineering activities.
One of these surveys was conducted jointly by Arbitron (Columbia, Md, www.arbitron.com) and Edison Research (Somerville, N.J., www.edisonresearch.com), who have been studying the impact that digital platforms are having on radio and other media since 1998. Their 18th study in this series, released in April of this year, is called “The Infinite Dial 2010: Digital Platforms and the Future of Radio.” It provides a wealth of information on consumer usage of digital media including some interesting statistics on the use of social networking sites, declaring social networking a “mainstream behavior” and Facebook in particular an “essential platform.”
For the Arbitron/Edison Research survey, a total of 1,753 persons in the U.S. were interviewed from January 25 to February 22, 2010. Telephone interviews were conducted with respondents age 12 and older, chosen at random from a national sample of Arbitron's Fall 2009 survey diary keepers and through random digit dialing (RDD) sampling in certain geographic areas where Arbitron diary keepers were not available for the survey. Some of the key findings pertaining to radio and digital platforms include:
Listening to online radio – according to the survey, an estimated 70 million people in the U.S. listened to online radio in the past month. Shown in the graph is the trend for weekly online radio listening since 2000, with 17 percent of people 12 and older having listened in 2010 which represents approximately 43 million. Three in ten 12-to-24 year olds are "very interested" in online radio in the car and on mobile devices.
Listening at work – nearly one in four (23 percent) of people who listen to the radio at work now do so using the Internet (see graph), which is nearly double from the amount of people who did so in 2007. Other statistics regarding online listeners indicate that they are slightly more likely to be male than female (55 versus 45 percent) and that they are more likely to be “upscale,” well-educated and employed than those who do not listen to online radio.
Visiting station Web sites – shown in the figure at right are the reasons that people give for visiting a station’s Web site, with “song title and artist” being the most popular. Consumers say radio station Web sites are improved compared to a year ago but TV and print sites are leading the local battle. Monthly visitation by persons 12 and older to radio station Web sites (16 percent of those responding) lags visitation to local TV (27 percent) and local newspaper (also 27 percent) sites. Nearly half of people age 12 and older give credit to radio for improvements in their W
eb sites. Forty-eight percent say that radio station Web sites have gotten more interesting compared to 17 percent believing them to be worse or less interesting.
Greatest total impact – the survey asked respondents to indicate which platforms and devices have a “big impact” on their lives, and the resulting data was combined with the percent who use or own those devices and platforms to create a measure of the “greatest total impact” shown in the graph at right.
Interactive research and technology firm Vision Critical (New York, NY, www.visioncritical.com) conducted a survey and released the results (also in April 2010) in a report entitled “Radio Futures 2010.” Vision Critical surveyed more than 3,000 adults in the U.S., U.K. and Canada and found that while those in Canada and the U.K. are using applications on their smartphone or iPod Touch to listen to AM/FM radio, U.S. users are more likely to use their apps to listen to Web-only radio and music streaming services. Among adults in the U.S. who have listened to online-only radio in the past month (see graph below), Pandora leads the pack as the favored online music service (42 percent having listened in the past year), followed by Rhapsody (6 percent), last.fm (5 percent) and Yahoo! (5 percent).
At the time of the survey, nearly one-third (31 percent) of U.S. smartphone and iPod Touch users said they’ve listened to Internet radio or a music streaming service on their device in the past week. In contrast, just 19 percent reported listening to an AM or FM station on the same platform.
According to the Vision Critical study, listeners to Web-based services expressed a clear preference for personalized versus “one-way” broadcast streams. Online consumers who turn to Web-only music or streaming service in the past month showed a particularly active interest in services that offer some degree of control. Fifty-three percent of respondents said that they were “very interested” in streaming where it is possible to play a song on demand, while only 24 percent were very interested in radio that plays music mixes designed by “music experts.”

Guardian, "spegnere l'FM analogica è una follia"

L'autorevole stampa quotidiana britannica non ha mai fatto mistero del suo scarso entusiasmo nei confronti della strategia per la "digitalizzazione" della radiofonia. Ma ieri sul Guardian Julian Glover ha avuto ancora meno peli sulla lingua nel dichiarare che il re è nudo. Lo switchoff della radio analogica in FM viene definito una autentica follia che nessuno vuole, se non una piccola industria di costruttori. Una follia che costringerà milioni di persone a sborsare un sacco di soldi in nuovi apparecchi di dubbia qualità e metterà a tacere per sempre milioni di autoradio. Il classico esempio di innovazione imposta dall'alto e quasi certamente destinata a errori irrimediabili e ripensamenti tardivi. Il governo cerca di venderci il DAB dal 1995, scrive Glover ma nel frattempo «la radio on demand si può ascoltare ovunque su Internet, i quotidiani si sono trasformati in emittenti radiotelevisive e i telefoni in personal computer. Senza nessuna imbeccata da parte governativa Apple si appresta a vendere otto milioni di iPad solo quest'anno.»
Purtroppo, lo stesso editorialista riconosce che è molto difficile che il governo a questo punto "si fermi a pensare".

The digital switchover is folly. Listeners like radio as it is

Billions must be spent on new sets. Car radios will stop working. But an industry has been built to impose this on us all

Julian Glover
Sunday 23 May 2010

(…)
This is the story of what happens when the state makes up its mind and then, when things start going wrong, carries on regardless over several decades before hiding the consequences behind a sham of free-market activism and individual choice. The government declared years ago that FM ought to go and that DAB digital radio would be the future. But planning like this frequently fails. The most successful technological switches of recent years have been unexpected, and shaped by users not states: the accidental global addiction to text messaging, a feature built into mobile networks as an engineers' afterthought; or the invention of the world wide web by scientists as a way of sharing data at the Cern laboratory in Switzerland; or the universal adoption of home Wi-Fi.
By contrast, digital radio is modernisation imposed from above, a project in search of a purpose and popular demand: a 21st-century version of the east African groundnut scheme. We are going to get it because someone set the juggernaut rolling: the BBC has been trying to get us to use DAB since 1995, when its first digital broadcasts began and the web was still for geeks. Almost everything about the media has changed since then: you can listen to radio on demand anywhere in the world; newspapers have become broadcasters and phones computers. Apple – without any government prompting – expects to sell 8 million iPads this year.
Meanwhile, digital radio just chugs along. An industry has been built to promote it. Listeners must spend billions on new sets. Almost every existing car radio will stop working. One of the few national digital stations with some appeal, BBC 6 Music, is being killed off even as bureaucrats are promoting the compulsory uptake of digital. The BBC's Asian Network faces the axe while policy papers declare that the point of digital is more choice.
(… continua)

23 maggio 2010

La storia delle radio libere su RAI Storia

Liberadio in onda in questo momento su RAI Storia (dom 23 maggio ore 14.10). Confido in una replica...
Sent from my BlackBerry® wireless device

Proteste alla FCC per le interferenze digitali di HD Radio

Dagli Stati Uniti,
dove la banda FM e AM ospita da tempo emittenti che si sono adeguate al sistema HD Radio di Ibiquity, cominciano ad arrivare le prime lamentele ufficiali da parte di stazioni il cui segnale analogico viene pesantemente interferito dalle componenti digitali del segnale di altre stazioni che utilizzano appunto questo standard (proprietario) "ibrido", in cui cioè segnali anlogici e digitali convivono nella porzione di banda allocata a un titolare di licenza. Il sistema ibrido è apparentemente una valida soluzione per il passaggio dalla radio analogica a quella numerica (perché il segnale verrà comunque demodulato anche dai vecchi ricevitori, mentre i nuovi potranno sfruttare i vantaggi qualitativi della nuova modulazione). Ma come stanno imparando gli editori radiofonici americani, può essere un'arma a doppio taglio. Ed è una lezione di cui dovranno tener conto anche le nazioni che stanno metidando di seguire lo stesso approccio ibrido.
Qual è la natura del problema? Nel segnale composito di HD Radio le estremità della finestra di spettro - ampia 400 kHz - in cui trasmette una stazione FM, sono occupate dalle sottoportanti modulate numericamente. Se una stazione analogica si trova su un canale adiacente a quella che trasmette in HD Radio ed è geograficamente contigua, l'estremità digitale di una stazione rischia di interferire con l'estremità analogica dell'altra e gli ascoltatori di quest'ultima possono ascoltare spiacevoli fruscii. In onde medie questi fruscii possono essere molto forti, ma anche in FM le cose non vanno meglio. Dalla denuncia presentata dalla stazione KATY 101.3 di San Bernardino, le interferenze provocate dalla potentissima KRTH 101.1 di Los Angeles hanno già provocato un fiume di proteste da parte di fedeli ascoltatori di KATY che hanno dovuto rinunciare alla loro stazione preferita. C'è una ragione precisa per cui le proteste sono scattate solo ora anche se KRTH trasmetteva da tempo in HD Radio: solo recentemente la FCC ha autorizzato le stazioni ibride analogico-digitali a incrementare la potenza trasmissiva della componente numerica del segnale per ovviare a uno degli svantaggi della radio digitale: la scarsa penetrazione del segnale, troppo debole, all'interno delle abitazioni. Il livello del segnale digitale aumenta e con esso crescono le interferenze. Il fatto è che in base al Communications Act, i licenziatari FM americani hanno diritto a essere tutelati dalle interferenze. Se la protesta ufficiale dovesse essere accolta, KRTH dovrà provvedere a rimediare, presumibilmente tornando a ridurre la potenza del segnale numerico. Le riviste di settore manifestano certe perplessità da quando la FCC ha decretato che l'avvento del sistema HD Radio negli USA. Sistema che ha avuto un discreto successo dal punto di vista delle adesioni da parte degli editori, ma che sul versante del mercato non si è ancora tradotto in un numero significativo di ricevitori venduti. Ora sembra che questo sistema ibrido non sia così poi vantaggioso.
Quello che segue è l'interessante commento della testata RBR, che ritiene che questo possa essere solo l'inizio.

KATY-FM files FCC petition against KRTH HD Radio interference
2010-05-20

All-Pro Broadcasting, Inc., licensee of KATY-FM, 101.3 MHz, Idyllwild, California (Riverside-San Bernardino), is filing a Petition with the FCC seeking relief from ongoing and destructive interference caused by the HD Radio operations of KRTH, 101.1 MHz, Los Angeles.
An accompanying engineering analysis (click on the attachment box at the top right of this story) demonstrates that the interference is adversely affecting reception of Station KATY-FM over a substantial portion of the area within KATY-FM’s 60-dBμ signal contour. The analysis is partly based on measurements of the KRTH Upper Digital Sideband made in accordance with FCC rules.
All Pro is also supplying the FCC with a Compact Disc containing recordings of actual interference experienced by a factory-equipped car radio. The recordings were made while the vehicle was driven along several heavily travelled Southern California roads within station KATY-FM’s 60-dBμ contour.
To ensure that Station KATY-FM receives the protection to which it is entitled under the Communications Act, All Pro’s Petition urges the FCC staff to order CBS Radio East, Inc., the licensee of Station KRTH:

• to reduce KRTH’s Digital signal power; and
• to cooperate with All Pro so that the parties can promptly resolve the problem.

All Pro has previously and unsuccessfully tried to get CBS to address the matter. In light of CBS’s inaction, All Pro concluded that it had no choice but to seek redress at the FCC. Allison Mandara, CBS Radio spokesperson, tells RBR-TVBR that they are reviewing the Petition filed by All Pro Radio and "we will respond as necessary with the FCC."
RBR-TVBR observation: Elliott Klein, consulting engineer for KATY, tells RBR-TVBR this is not one of the digital power hikes CBS Radio has instituted at some of its FMs so far. He says this has been going on since June of 2007. This is definitely a good example of the problem that will be occurring nationwide when more and more stations up their HD power – let the games begin!
Klein tells us all they are trying to do is get CBS Radio to come to the table to craft a solution. KRTH is a grandfathered superpower FM on top of Mt. Wilson, with an an analog ERP of 51kW, which is more than the equivalent altitude maximum Class C. The FCC allocated the initial IBOC power based on the grandfathered analog power. Klein says KRTH is interfereing with over 70% of the population residing inside KATY's 60dBu protected contour. He is asking they also install a directional IBOC FM antenna to solve the problem.

22 maggio 2010

UK, partita la rottamazione delle radio analogiche

Come avevano promesso all'inizio dell'anno, i fautori della radio digitale in Gran Bretagna faranno partire un piano di rottamazione delle vecchie radio FM. Chi consegnerà la sua a un negozio delle catene aderenti al piano (che non è stato accolto con entusiasmo da tutti i commercianti), potrà acquistare un apparecchio DAB con uno sconto del 10-20% o avrà in cambio un buono acquisto di valore fisso. Ancora non sono chiari i dettagli dell'operazione, che dovrebbe però partire in questi giorni. Non è nemmeno molto chiaro chi sarà a finanziarla. Quello che si sa leggendo vari quotidiani, è che le radio consegnate verranno "smaltite" attraverso il meccanismo della donazione: sembra che gli apparecchi verranno trasportati verso le nazioni africane.
Mi sembra di poter dire, da quello che sto leggendo, che l'operazione rottamazione viene gestita col deretano, come molte cose nel settore della radio digitale. Nessuno finora ha rilevato tra l'altro che la digitalizzazione nel Regno Unito viene fatta con un sistema, il DAB convenzionale, di pessima qualità e scarsa ottimizzazione delle frequenze. E che il grosso degli apparecchi venduti oggi con tutta probabilità non può essere aggiornato via software, ai nuovi codec DAB+ che garantirebbero alla nascente radio digitale un percorso evolutivo più di lungo termine. In compenso le statistiche "ufficiali" continuano a magnificare la quota del 24% di ascolto solo digitale. Arrivati al 50% la radio analogica dei grossi network verrà spenta, mossa giudicata indispensabile per riuscire a vendere abbastanza apparecchi digitali.

Digital Radio Scrappage Scheme Launched to Boost Switchover Rates

May 19, 2010

In the next few years the UK will switch TV & radio coverage from analogue to digital. A new digital radio scrappage scheme may save on upgrade costs.

Consumers wishing to upgrade analogue radios to digital products may now be able to save some money on the cost of a new model. A radio "amnesty" scrappage scheme was announced on the 19th May 2010 which will cut the costs of some digital radio sets. This is aimed to boost consumer take-up in the run up to the digital switchover in in the UK.
When Will UK Radio Stations Switch From Analogue to Digital?
There is no firm switchover date as yet although this is projected to happen by the end of 2015. The previous government agreed that the two year announcement process would only start when 50% of the UK population had made the switch to digital radio. This currently stands at around 20% and it is hoped that this new scrappage scheme will kick-start take-up to speed up the process.

How Will the Digital Radio Scrappage Scheme Work?

This scheme is modelled on other scrappage schemes (such as government led car and boiler deals). The aim of these offers is to encourage consumers to upgrade/make a new purchase by giving them discounts on their costs.
The radio scheme will start on Saturday 22nd May 2010 and is projected to last until June 26th. To take part, consumers will need to take along an old analogue radio and buy a new digital model. Swapping the old set will give them a discount on the cost of the new one.
Some leading manufacturers (Pure, Sony and Roberts) have agreed to take part as have a number of retailers (Argos, Comet, John Lewis, Tesco and some independent stores). It is unclear as yet whether the Currys Group will participate. Some members of the press state that they will (The Daily Mail); others (The Telegraph, The Times) say that they will not.

How Much will the Radio Scrappage Scheme Save on a New Digital Radio?

There is no fixed discount for this scheme and consumers may well want to shop around to look for best costs. In some cases a discount of between 10-20% may be offered. In others this discount may be given as a flat reduction (i.e. £10 off).

Why Make the Switchover to Digital Radio?

If all goes according to digital switchover plans, then analogue radios will ultimately simply not work. Buying a digital model now under this scrappage scheme could see consumers save some money on the costs of a new radio in preparation for the switchover.
There is also a charitable/environmental message here. Where possible the old analogue radios that are traded in will be sent to Unicef and the South African Children's Radio Foundation where they will be distributed to young people to broaden their radio access. Models that are not suitable for reconditioning will be recycled according to the WEEE (Waste Electrical and Electronic Equipment) Directive.